Sulla figura dell’artista sardo una mostra antologica, dibattiti, laboratori e un documentario
L’inaugurazione dell’esposizione il 29 ottobre – ore 17 – al Centro comunale d’arte e cultura Il Ghetto
Oggetto della pittura non è più descrivere la storia poiché la si trova nei libri. Noi ne abbiamo un
concetto più alto. Con la pittura l’artista esprime le proprie visioni interiori. (Henri
Matisse 1909).
A partire dal 29 ottobre , giorno in cui prende il via la V edizione del Festival Bianco e Nero di
Cagliari, il Centro comunale d’arte e cultura il Ghetto (via Santa Croce 18 Cagliari) ospiterà la
mostra antologica Visioni concrete (1954-2004) di Ermanno Leinardi. L’esposizione, curata dalla
storica dell’arte Maria Dolores Picciau e fortemente voluta dagli eredi dell’artista (Raul, Viviana,
Tiziana e Monica Leinardi) sarà visitabile fino al 15 novembre e accompagnata da un
documentario sulla figura dell’artista sardo firmato dal regista Antonello Carboni. Le opere di
Leinardi, promotore della Avanguardie storiche, dal primo dicembre 2020 al 31 gennaio 2021
verranno poi esposte anche negli spazi dell’aeroporto di Cagliari -Elmas, ad Oristano, Sassari e
Roma.
Visioni concrete presenta tutta la produzione pittorica di Ermanno Leinardi (Pontedera 1933-
Calasetta 2006) con 60 opere che ripercorrono l’intera produzione dell’artista dal 1954 al 2004.
L’esposizione ricostruisce l’itinerario artistico di Ermanno Leinardi, che dagli esordi figurativi
espressionisti, vicini a Matisse procede lungo le direttrici dell’informale prima e dell’astrattismo
geometrico poi, sino alla scoperta della forma ellittica O, gli studi sugli spazi impossibili, definiti
ambigui, e gli inganni percettivi determinati dal posizionamento delle figure geometriche sulla
pagina bianca della tela. L’artista ha rappresentato per la città di Cagliari e per la Sardegna un
simbolo della rivoluzione estetica portata avanti nei decenni Sessanta, Settanta da quei movimenti
d’avanguardia, che nell’isola come in altre parti d’Europa, sono stati il megafono di un
rinnovamento del linguaggio e dei canoni estetici legati ancora a rappresentazioni figurative. A
quella frattura Leinardi arrivò nel 1960, dopo un tormentato periodo di silenzio ed essere rimasto
folgorato dalle opere di Jean Fautrier alla Biennale di Venezia. Di quel periodo l’artista scrisse: ”Mi
sconvolse Fautrier, di cui vidi 6 disegni a penna che mi hanno aperto un mondo che non
conoscevo. Erano figurativi, ma il valore del segno prescindeva dalla figura. Ricordo forme
femminili appena accennate che cantavano sul bianco del foglio”. Da quel momento Leinardi
sposa completamente l’idea di un’arte logica, matematica, rigorosa che strizza anche l’occhio alle
variazioni poetiche, di luce, spazio, colore, sperimentando varie tecniche come pittura a olio,
acrilico, acquerello, grafica. Dopo aver accresciuto la notorietà internazionale grazie a importanti
occasioni espositive a Zurigo, Francoforte, Lucerna, Parigi, in un dialogo sempre aperto tra la sua
terra e il panorama internazionale e aver stretto amicizia con la critica italiana e d’oltralpe, Leinardi
trascorre gli ultimi anni di vita a Calasetta dove nell’ex mattatoio riesce a creare un museo di arte
concreta che racchiude una parte cospicua della sua collezione personale con le opere di Mario
Radice, Philippe Morrison, Jean Leppien, Bice Lazzari, Max Huber, Lucio Fontana, tra gli altri.
Leinardi ha continuato anche negli ultimi anni di vita a battersi per un’arte severa, intransigente e
rigorosa, puntando sul risveglio di un’isola ancora molto sonnolenta, e su un museo dal respiro
internazionale come preludio di rinascita, che nel tempo ha perso completamento la vocazione e la
linea che Leinardi aveva inteso e progettato.
Il 6 novembre (alle ore 18) si terrà la Conferenza on-line su Ermanno Leinardi e il movimento
concreto europeo. I rapporti tra l’artista e le Avanguardie storiche sarà il tema al centro del dibattito
a cui parteciperanno il figlio Raul, gli storici dell’arte Claudio Cerritelli e Gianni Murtas, gli artisti
Tonino Casula, Giovanni Campus, Angelo Liberati, Ugo Ugo.
L’antologica, aperta da uno straordinario disegno a china , un ritratto dell’artista firmato da Maria
Lai nel 1978, proseguirà con importanti integrazioni all’aeroporto di Cagliari – Elmas, a Oristano,
Sassari e Roma, secondo Maria Dolores Picciau ”è un’immagine simbolo di come l’arte avvicini, in
questo momento critico, e sia fondamentale per un rilancio della vita culturale del nostro Paese”.
L’ingresso alla mostra, visitabile dal martedì alla domenica dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 21
(rimarrà chiusa il lunedì) è consentito ad un massimo di 10 visitatori ogni ora.
È preferibile prenotare i biglietti chiamando il numero 070 666399 o scrivendo a
exma@consorziocamu.it, prenotazionighetto@gmail.com.
Per la biografia della curatrice www.mariadolorespicciau.it